🔎 Now Is Not The Right Time, di Peter Pflügler
In una parte del salone (zona sud), scorre una tenda di materiale plastico,
e dietro questa tenda vive con me, da una decina d’anni, un mio familiare. Per ora, non ne farò parola.
La casa del bosco, Anna Maria Ortese
Now is not the right time è un libro che somiglia a una casa, dimora di un segreto custodito per anni, ai margini della memoria di una famiglia. Ogni pagina è una parete che compone la pianta di una maison hantée attraversata dalla presenza dei ricordi di chi l’ha abitata e l’abita ancora: al lettore-osservatore che cammina fra i muri-fogli è concesso avvicinarsi alle sue stanze rimanendo solo sulla soglia. Per poter guardare meglio, e leggere i diari custoditi all’interno, bisogna sporgere la testa in avanti, sbirciando tra le fronde.
Quando Peter Pflügler aveva due anni, suo padre prese la via degli alberi, nel bosco, con l’intenzione di non fare ritorno. Questa evidenza rimase nascosta, lontana dalla realtà familiare eppure presente in forma di spettro, di fantasma sghembo e sbadato che nella fotografia di Pflügler s’incarna nell’evidenza materica di piante, pietre e tessuti che abitano quelle mura insieme alla famiglia. Il ricordo rimane in attesa tra le mura di casa, inciampa e mette radici. Infine fiorisce, occupando spazi normalmente preclusi ed è alla fotografia, all’audiovisivo e alla danza che l’autore si affida per far emergere le radici di uno spettro diventato all’improvviso più pesante, una volta svelato il secretum – nella radice latina il termine è legato al lessico della semina e delle piante – che era custodito solo nella pagine dei diari di famiglia.
La dimensione di svelamento come forma irrisolta di equilibrio tra memoria e tempo presente mette in dialogo testi e immagini, costruendo un racconto in cui la difficoltà di accesso si presenta come il soldo necessario a pagare la traversata lungo un trauma familiare diventato ogni anno più ingombrante proprio perché rimandato all’immaginario di un tempo giusto, in cui anche il dolore si potrà forse osservare dall’altra sponda del mondo, mai più affilato, mai così remoto.
Uno spettro rimane tuttavia ineffabile ed è inutile cercare definizioni univoche che ne svelino l’origine: è invece necessario osservarne la metamorfosi, da anima smarrita fatta di foglie a nume tutelare di un focolare domestico; questo passaggio è testimoniato dal progetto di Pflügler, che attraversa i linguaggi dell’archivio, della staged photography e della still life, e registra l’urgenza di riappropriasi di uno spazio abitandolo con la sua visione del ricordo, cercando solo in parte un dialogo con quella di chi ha vissuto accanto a lui. L’intimità tormentosa e seducente che caratterizza il rapporto dell’autore con un dolore senza volto cresce fino a far esplodere il racconto: una volta in pezzi, che cosa sia, e di chi sia questo dolore non è più importante. Importa andare incontro a ciò fa sognare e tremare assieme, pronunciando una sola, ultima parola: voltati.
Francesco Lughezzani
Bibliografia
Anna Maria Ortese, La casa del bosco, nella raccolta In sonno e in veglia, Adelphi, 1987.